LA CRISI

di Lorenzo Parolin[S3/52]

Articolo scritto il                     24 01 04

 

Èno – Anche questa volta è andata male; i pur timidi segnali di ripresa sono tutti concordi.
Pino – Speravi forse di assistere ad una crisi economica epocale?
Èno – Sarebbe stato troppo bello vedere il bene tornare poderosamente alla ribalta; invece il male si è solo concesso una breve pausa per prendere fiato.
Pino – Se qualcuno sentisse questi discorsi ti darebbe sicuramente del matto, ma conoscendoti, sei capace di aver detto anche una verità: sentiamo un po’ le tue ragioni.
Èno – Ti sei mai chiesto da dove provenga il “progredito” mondo attuale? Il trattore che ara, il motore elettrico della pressa, il camioncino da trasporto…, assistiti da operatori anche non tanto svegli, producono quantità di beni “cento” volte superiori a quelli di un bravo lavoratore di un tempo. Ciò che ha reso possibile il prodigio è l’acquisita abilità del nostro secolo di utilizzare energia abbondante e a basso costo (petrolio, gas, carbone, uranio …) al posto di quella animale e umana. Con queste facilitazioni i bisogni primari sono presto soddisfatti; ma mica l’uomo si accontenta di pascersi con sobrietà e di dedicarsi nel tempo libero allo sviluppo delle virtù! No, egli si lascia prendere la mano dal progresso tecnologico e inebriare dalla ricchezza; e per non rallentare il ritmo dei guadagni inonda il mercato di merci a durata breve, in modo che debbano essere rimpiazzate di frequente. La vitalità del Sistema dipende perciò dalla fragilità dei prodotti; e quando ciò non basta si fa leva sull’istintualità e sull’emotività dei consumatori affinché acquistino anche cose superflue o addirittura nocive. L’istigazione al lusso e alla lussuria, si sa, fa aumentare i consumi e questi sostengono l’economia, sviluppano l’industria e accrescono il “benessere” generale. Il mondo moderno è fondato dunque sulla morale della soddisfazione e sullo sfruttamento delle debolezze, perciò è la negazione del Cristianesimo che è la morale della mortificazione e del servizio ai deboli. Conclusione: la società dei consumi , reggendosi sull’eccitazione dei vizi, è immorale! Non capisco quindi la Chiesa perché continui ad andare a braccetto con questo Sistema.
Pino – Ho capito; se l’industria del male si indebolisse, la nostra società si sfascerebbe.
Èno – Bravo, ma si sfascerà anche se continuerà a prosperare, infatti, per tenere in piedi questo mondo occorre spingere la gente ad indebitarsi affinché sia obbligata a lavorare di più; è necessario darle un’istruzione scarsa affinché non apra gli occhi e non boicotti il Sistema; inoltre, il clima che si instaura fiacca e debilita sia i corpi che le intelligenze; infine appare chiara l’esigenza dei paesi più sviluppati di garantirsi con le buone o con le cattive l’accesso alle fonti di energia: meglio la guerra preventiva in Iraq per portarsi a casa il petrolio che una guerra civile in casa per mancanza di esso.
Pino – E se venisse una crisi forte?
Èno – Allora tutto sarebbe costretto a ridimensionarsi, e per prime sparirebbero le porcherie e le spese voluttuarie; allora si lavorerebbe tutti di meno e, avendo pochi soldi, si avrebbero meno occasioni di farsi del male. Rifiorirebbe la bontà e il buonumore, migliorerebbero i rapporti personali e l’umanità ne trarrebbe grandi benefici. Purtroppo, poiché la ripresa ci sarà , il lavoro di pulizia del mondo sarà rimandato a quando l’energia scarseggerà o a quando i frutti delle demenziali violazioni perpetrate sulla Natura verranno a maturazione e ci costringeranno a cambiare strada.
Pino – E fino ad allora, si può fare qualcosa di buono?
Èno – Certamente! Chi avesse compreso i mali del secolo, e ne avesse la forza, potrebbe evitarli, e adoperarsi come lievito buono a far rinsavire l’intera massa. [Tratto da L5/14]

 

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